1/03/2013

I Romani (parte prima)

Lezione di storia

Discutete con i vostri studenti di argomenti storici basilari almeno una o due volte a settimana, sia che essi frequentino la scuola, sia che essi studino 7/7 a casa. Imparare la storia aiuta a capire il succedersi degli eventi e a capire anche il presente. Potreste seguire un libro di testo oppure verificare su internet il curriculum storico in base all’età dei vostri studenti. Ovviamente raccontategli che spesso i libri di testo contengono delle generalizzazioni e delle imprecisioni e che quindi il tutto va purificato da invenzioni e/o generalizzazioni e rivisitato in chiave islamica.

Noi abbiamo di recente approfondito la storia al tempo dei Romani e abbiamo discusso delle influenze che essi hanno lasciato nei luoghi conquistati come ad esempio la Britannia.
 
Ci era già capitato in passato di andare a visitare delle rovine romane in Algeria dove abbiamo visto, templi e ponti  nonché molti esempi di vasellame. Rovine romane a Tebessa.


M. scrisse questo breve riassuntino della nostra visita a Tebessa quando aveva 6 anni.
 

La scorsa estate siamo stati a Roma e abbiamo potuto osservare da vicino il Colosseo e altre rovine. Credo sia molto importante recarsi sul luogo e constatare di persona l’argomento di studio in corso, ovviamente quando possibile!

Lezioni di questo tipo sono lunghe e vanno dunque perpetuate per varie settimane e suddivise in lezioni, sub-lezioni e progetti per favorire il passaggio delle nozioni da una memoria iniziale ad una memoria a lungo termine.

In particolare nel caso della Civiltà dei Romani abbiamo analizzato questi concetti:

Chi erano?

Dove ha avuto origine il loro Impero e quando?

Qual è la leggenda? Cos’è una leggenda?  La leggenda è un mito non un fatto. È bene che i vostri studenti lo comprendano a fondo, spendete tempo su questo concetto.

Quanto si è esteso l’Impero dei Romani? Lasciate che i vostri studenti analizzino delle mappe e che le disegnino. Se lo trovano difficile, potreste stamparle e poi fargliele copiare. Potrebbero colorare di rosso l’Impero Romano, di verde il resto della terra non conquistata e di blu il mare in modo che la mappa abbia una legenda.

Usi, costumi e società. Patrizi e plebei, le case, gli abiti, le terme, l’alimentazione.

Strade e architettura, compresi ponti e acquedotti.

L’esercito, i legionari, le legioni, le armature. Quale il motivo del loro successo?

In cosa furono i primi?


Nawfel (8) ha lavorato con estremo entusiasmo a questo lapbook sui Romani. Il lapbook e' composto da una cartellina apribile in cui si susseguono posters, tasche, disegni, mappe e riassunti a ventaglio spiegabili. Sono rimasta davvero stupita dalla bellezza dei disegni che i bambini sono in grado di fare!
 



Noi ne abbiamo fatto un lapbook con disegni. Abbiamo inserito nella pagina frontale un disegno dettagliato dell'armatura dei Romani. All'interno, invece, il disegno della tunica e della toga, una mappa ripieghevole,  il disegno dell’insula e la pianta della villa, l’armatura romana (comprese armi, scudo), il disegno dei bagni termali con pavimento ricoperto di mosaici, mappe, un esempio di moneta, abbiamo anche inserito un ponte tridimenzionale, fissando dietro il ponte del cartoncino piegato a zig zag che gli dona rilievo, il Colosseo, infine un libricino dei giocattoli con disegno di una bambola fatta di stracci.

 

 

 

Spiegate loro di come il Profeta Muhammad (salla Allahu aleii wa sallem) entro' in contatto  con i Romani.

Abdullah Ibn Abbas - che Allah sia soddisfatto di lui - riferisce che:

"Il Messaggero di Allah scrisse a Cesare per chiamarlo ad abbracciare l'Islam, affidò detto scritto a Dihya Al Kalbi con l'ordine di farlo transitare attraverso il governatore di Bosra. Per la vittoria riportata sui persiani, Cesare fece in segno di gratitudine ad Allah una marcia da Emesse fino ad Iliya (Gerusalemme). Pervenutagli l'epistola del Messaggero di Allah, la lesse ed ordinò ai suoi dipendenti: "Cercate di trovarmi qui connazionali di questo uomo che possano fornirmi informazioni sul Messaggero di Allah." Ibn Abbas disse: "Abu Sufiyen mi indicò che allora si trovava in Siria, a capo di una carovana di mercanti Coreisciti, durante la tregua conclusasi tra il Profeta e gli infedeli Coreisciti. Abu Sufiyen riferisce: "Il messaggero di Cesare ci trovò in una località di Siria e ci condusse me e i miei compagni, fino ad Iliya. Ci introdusse presso l'Imperatore che sedeva sul suo trono con la corona sul capo e circondato dai suoi consiglieri e dignitari romani. Disse al suo interprete: - Chiedi quale di loro è il parente più vicino a colui che pretende di essere profeta. - Sono io, rispose Abu Sufiyen.

- Qual è il grado della tua parentela? Domandò Cesare.

- Lui è mio cugino.

Dissi questo considerando con certezza che tranne me, quella volta non c'era nella carovana nessuno tra Bani Abdu Manaf.

- Lo si faccia avvicinare! Disse l'Imperatore.

Ordinò poi che mettessero tutti i miei compagni alle mie spalle e si rivolse di nuovo all'interprete:

- Spiega loro che io farò delle domande a questo uomo riguardo al preteso Profeta. Se i suoi compagni vedono che mente, hanno facoltà di dirlo e di contraddirlo immediatamente.

A dire il vero, se non fosse per la vergogna di essere denunciato dai miei compagni come bugiardo, avrei risposto all'Imperatore su Muhammad con tante menzogne. Perciò decisi di dire solo la verità.

L'Imperatore disse all'interprete:

- Domandagli quale rango la famiglia di questo Profeta occupa da loro.

- È di nobile stirpe, dissi.

- Alcuno tra di voi ha mai tenuto prima di lui discorsi simili?

- No.

- Lo sospettavate di menzogna prima che lui tenesse questo discorso?

- No.

- Tra i suoi antenati ci sono stati dei re?

- No.

- I suoi adepti e partigiani si riscontrano tra le classi alte o tra gli umili?

- Tra gli umili.

- Vanno crescendo o decrescendo per numero?

- Stanno crescendo.

- Tra coloro che abbracciano la sua religione c'è chi in seguito la prende in avversione e la rinnega?

- No.

- Manca mai ai suoi impegni?

- No, ma con lui abbiamo di recente concluso una tregua e al riguardo temiamo che non la rispetti.

(Questa mia risposta fu l'unica in cui riuscii ad infondere una sfumatura sfavorevole al Profeta, senza timore che fosse notata)

L'Imperatore proseguì la sua sfilza di domande; mi disse:

- Siete stati in guerra con lui?

- Sì, risposi.

- Come sono finiti i combattimenti?

- Tra di noi la guerra ha avuto sorti alterne: lui ha avuto momenti di vittoria quanto noi.

- Che cosa mai vi ordina di fare?

- Ci ordina di non adorare altro che Allah, unico, di non associarGli nessun essere, di rinunciare al culto dei nostri avi, di pregare, di fare l'elemosina, di essere casti, di mantenere i nostri impegni e di restituire quello che a noi è stato dato in affidamento.

Dopo avermi ascoltato, l'Imperatore disse al suo interprete: "Digli: ti ho interrogato sulla sua famiglia e hai preteso che era di nobili origini. Ora Allah ha sempre scelto i Suoi Messaggeri tra i nobili dei loro popoli. Ti ho domandato se tra la tua gente, uno prima di lui avesse tenuto un discorso simile, ed hai preteso di no. Infatti se un discorso simile a quello che tiene fosse già stato fatto da uno dei vostri, avrei creduto che il nostro uomo non facesse altro che imitare un predecessore. Ti ho domandato poi se prima delle sue pretese di profezia lo sospettaste mai di menzogna ed hai detto di no. Così ho capito che se non era uomo incline alla menzogna con i suoi simili, non lo era per forza nei confronti di Allah. Ti ho chiesto in seguito se tra i suoi avi ci fosse un re, hai preteso di no. Infatti se uno dei suoi antenati avesse regnato, avrei creduto che il nostro uomo tentasse di ripristinare il regno passato. Alla domanda se i suoi partigiani erano tra i grandi o tra gli umili hai risposto che erano tra gli umili. In verità sono sempre quelli che sostengono i Profeti. Ti ho domandato se vanno crescendo o diminuendo di numero, mi hai risposto che vanno crescendo; ed è ovvio per una fede fino a quando non ha raggiunto la sua massima espansione. Ti ho chiesto se fra i suoi fedeli si trovasse chi se ne fosse ravvisato o avesse rinnegato, hai preteso di no. Infatti quando una fede conquista i cuori, è impossibile che sia avversata. Ti ho domandato se mancò mai ai suoi impegni, mi hai risposto di no: così è sempre stato con i Profeti, non tradiscono mai. Ti ho domandato se alcuna guerra sia avvenuta contro di lui, ed hai risposto di sì, precisando che gli scontri sono stati di esiti alterni, tanto per lui che per voi. Ed è questo che distingue i Profeti: subiscono tante e dure prove, ma il successo finale è dalla loro parte. Ti ho domandato di quello che vi ordinava di fare, ed hai preteso che vi proibiva di adorare quel che i vostri avi adoravano, che vi prescriveva la preghiera, l'elemosina, la purezza, la sincerità, la fedeltà agli impegni e la restituzione dei beni affidativi."

L'imperatore continuò: "Tutto questo corrisponde al ritratto di un profeta vero. Sapevo che sarebbe un giorno sorto, ma non pensavo che sarebbe stato uno di voi. Se quello che hai detto è vero, poco manca a questo uomo per conquistare fin dove ora mi trovo. Quanto a me, se mi fosse dato di avvicinarlo, farei di tutto per incontrarlo; e se gli fossi vicino, gli laverei ben volentieri i piedi."

Abu Sufiyen riprese il filo del racconto e disse: "L'Imperatore ordinò poi che gli fosse portata la lettera del Messaggero di Allah, la lesse trovandovi scritto: "In nome di Allah Clemente e Misericordioso; da parte di Muhammad servo e messaggero di Allah a Eraclio Imperatore dei Romani; pace su colui che segue la retta via, ti chiamo alla fede Islamica, sottomettiti ad Allah, salvati ed Allah ti farà doppia ricompensa. Se invece te ne distogli, oltre al tuo porterai il peccato anche dei tuoi sudditi e "Di': "O gente della Scrittura, addivenite ad una dichiarazione comune tra noi e voi: [e cioè] che non adoreremo altri che Allah, senza nulla associarGli, e che non prenderemo alcuni di noi come signori all'infuori di Allah." Se poi volgono le spalle allora dite: "Testimoniate che noi siamo musulmani."" (Il Corano; 3:64)

Abu Sufiyen proseguì dicendo: "Appena Eraclio finì il suo discorso, le voci dei potenti che gli stavano attorno si alzarono; seguì una gran confusione, e non riuscii a capire cosa avevano detto: l'Imperatore ordinò di farci uscire. Appena fuori e ritrovati tutti i miei compagni dissi loro: "La vicenda del figlio di Abu Kabscia (Roma) avrà avuto molta ampiezza, se lo stesso principe di Banul Asfar lo sta ora temendo!"

"Da allora, avvilito ma sempre convinto che Muhammad avrebbe avuto finalmente successo, aspettavo fin quando Allah non mi aperse il petto alla luce dell'Islam." (Sahih di Bukhari, 2782)

Seguite la seconda parte QUI

 

3 commenti:

  1. Assalamu 'alaykum wa rahmatullahi wa barakatuh,
    si possono avere maggiori dettagli sulla fonte della storia collegata al Profeta salla ALlahu 'alahi wa sallam (riferimenti del hadith) e del libro citato?

    Jazaki Llahu khairan,

    umm Hamid

    RispondiElimina
  2. http://www.sahihalbukhari.com/sps/sbk/

    RispondiElimina
  3. la fonte e' un hadith di Sahih Al-Bukhari in sha Allah. quando ho trovato questo lungo racconto in un testo c'era scritto hadith numero 7, ma online ho trovato lo stesso come hadith numero 6. io non ho Sahih Al-Bukhari integrale se non in arabo chiedero' a mio marito di cercarlo inshallah. scusa non avevo visto il tuo commento prima. salam

    RispondiElimina