Lezione di
storia
Discutete
con i vostri studenti di argomenti storici basilari almeno una o due volte a
settimana, sia che essi frequentino la scuola, sia che essi studino 7/7 a casa.
Imparare la storia aiuta a capire il succedersi degli eventi e a capire anche
il presente. Potreste seguire un libro di testo oppure verificare su internet
il curriculum storico in base all’età dei vostri studenti. Ovviamente
raccontategli che spesso i libri di testo contengono delle generalizzazioni e
delle imprecisioni e che quindi il tutto va purificato da invenzioni e/o
generalizzazioni e rivisitato in chiave islamica.
Noi abbiamo
di recente approfondito la storia al tempo dei Romani e abbiamo discusso delle
influenze che essi hanno lasciato nei luoghi conquistati come ad esempio la
Britannia.
Ci era già
capitato in passato di andare a visitare delle rovine romane in Algeria dove
abbiamo visto, templi e ponti nonché
molti esempi di vasellame. Rovine romane a Tebessa.
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M. scrisse questo breve riassuntino della nostra visita a Tebessa quando aveva 6 anni. |
La scorsa
estate siamo stati a Roma e abbiamo potuto osservare da vicino il Colosseo e
altre rovine. Credo sia molto importante recarsi sul luogo e constatare di
persona l’argomento di studio in corso, ovviamente quando possibile!
Lezioni di
questo tipo sono lunghe e vanno dunque perpetuate per varie settimane e
suddivise in lezioni, sub-lezioni e progetti per favorire il passaggio delle
nozioni da una memoria iniziale ad una memoria a lungo termine.
In particolare
nel caso della Civiltà dei Romani abbiamo analizzato questi concetti:
Chi erano?
Dove ha
avuto origine il loro Impero e quando?
Qual è la
leggenda? Cos’è una leggenda? La
leggenda è un mito non un fatto. È bene che i vostri studenti lo comprendano a
fondo, spendete tempo su questo concetto.
Quanto si è
esteso l’Impero dei Romani? Lasciate che i vostri studenti analizzino delle
mappe e che le disegnino. Se lo trovano difficile, potreste stamparle e poi
fargliele copiare. Potrebbero colorare di rosso l’Impero Romano, di verde il
resto della terra non conquistata e di blu il mare in modo che la mappa abbia
una legenda.
Usi, costumi
e società. Patrizi e plebei, le case, gli abiti, le terme, l’alimentazione.
Strade e
architettura, compresi ponti e acquedotti.
L’esercito, i
legionari, le legioni, le armature. Quale il motivo del loro successo?
In cosa
furono i primi?
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Nawfel (8) ha lavorato con estremo entusiasmo a questo lapbook sui Romani. Il lapbook e' composto da una cartellina apribile in cui si susseguono posters, tasche, disegni, mappe e riassunti a ventaglio spiegabili. Sono rimasta davvero stupita dalla bellezza dei disegni che i bambini sono in grado di fare! |
Noi ne
abbiamo fatto un lapbook con disegni. Abbiamo inserito nella pagina frontale un disegno dettagliato dell'armatura dei Romani. All'interno, invece, il disegno della tunica
e della toga, una mappa ripieghevole, il disegno dell’insula e la pianta della villa, l’armatura romana
(comprese armi, scudo), il disegno dei bagni termali con pavimento ricoperto di
mosaici, mappe, un esempio di moneta, abbiamo anche inserito un ponte
tridimenzionale, fissando dietro il ponte del cartoncino piegato a zig zag che
gli dona rilievo, il Colosseo, infine un libricino dei giocattoli con disegno
di una bambola fatta di stracci.
Spiegate loro di come il Profeta Muhammad (salla Allahu aleii wa sallem) entro' in contatto con i
Romani.
Abdullah Ibn Abbas -
che Allah sia soddisfatto di lui - riferisce che:
"Il Messaggero
di Allah scrisse a Cesare per chiamarlo ad abbracciare l'Islam, affidò detto
scritto a Dihya Al Kalbi con l'ordine di farlo transitare attraverso il
governatore di Bosra. Per la vittoria riportata sui persiani, Cesare fece in
segno di gratitudine ad Allah una marcia da Emesse fino ad Iliya (Gerusalemme).
Pervenutagli l'epistola del Messaggero di Allah, la lesse ed ordinò ai suoi
dipendenti: "Cercate di trovarmi qui connazionali di questo uomo che
possano fornirmi informazioni sul Messaggero di Allah." Ibn Abbas disse:
"Abu Sufiyen mi indicò che allora si trovava in Siria, a capo di una
carovana di mercanti Coreisciti, durante la tregua conclusasi tra il Profeta e
gli infedeli Coreisciti. Abu Sufiyen riferisce: "Il messaggero di Cesare
ci trovò in una località di Siria e ci condusse me e i miei compagni, fino ad
Iliya. Ci introdusse presso l'Imperatore che sedeva sul suo trono con la corona
sul capo e circondato dai suoi consiglieri e dignitari romani. Disse al suo
interprete: - Chiedi quale di loro è il parente più vicino a colui che pretende
di essere profeta. - Sono io, rispose Abu Sufiyen.
- Qual è il grado
della tua parentela? Domandò Cesare.
- Lui è mio cugino.
Dissi questo
considerando con certezza che tranne me, quella volta non c'era nella carovana
nessuno tra Bani Abdu Manaf.
- Lo si faccia
avvicinare! Disse l'Imperatore.
Ordinò poi che
mettessero tutti i miei compagni alle mie spalle e si rivolse di nuovo
all'interprete:
- Spiega loro che io
farò delle domande a questo uomo riguardo al preteso Profeta. Se i suoi
compagni vedono che mente, hanno facoltà di dirlo e di contraddirlo
immediatamente.
A dire il vero, se
non fosse per la vergogna di essere denunciato dai miei compagni come bugiardo,
avrei risposto all'Imperatore su Muhammad con tante menzogne. Perciò decisi di
dire solo la verità.
L'Imperatore disse
all'interprete:
- Domandagli quale
rango la famiglia di questo Profeta occupa da loro.
- È di nobile
stirpe, dissi.
- Alcuno tra di voi
ha mai tenuto prima di lui discorsi simili?
- No.
- Lo sospettavate di
menzogna prima che lui tenesse questo discorso?
- No.
- Tra i suoi
antenati ci sono stati dei re?
- No.
- I suoi adepti e
partigiani si riscontrano tra le classi alte o tra gli umili?
- Tra gli umili.
- Vanno crescendo o
decrescendo per numero?
- Stanno crescendo.
- Tra coloro che
abbracciano la sua religione c'è chi in seguito la prende in avversione e la
rinnega?
- No.
- Manca mai ai suoi
impegni?
- No, ma con lui
abbiamo di recente concluso una tregua e al riguardo temiamo che non la
rispetti.
(Questa mia risposta
fu l'unica in cui riuscii ad infondere una sfumatura sfavorevole al Profeta,
senza timore che fosse notata)
L'Imperatore
proseguì la sua sfilza di domande; mi disse:
- Siete stati in
guerra con lui?
- Sì, risposi.
- Come sono finiti i
combattimenti?
- Tra di noi la
guerra ha avuto sorti alterne: lui ha avuto momenti di vittoria quanto noi.
- Che cosa mai vi
ordina di fare?
- Ci ordina di non
adorare altro che Allah, unico, di non associarGli nessun essere, di rinunciare
al culto dei nostri avi, di pregare, di fare l'elemosina, di essere casti, di
mantenere i nostri impegni e di restituire quello che a noi è stato dato in
affidamento.
Dopo avermi
ascoltato, l'Imperatore disse al suo interprete: "Digli: ti ho interrogato
sulla sua famiglia e hai preteso che era di nobili origini. Ora Allah ha sempre
scelto i Suoi Messaggeri tra i nobili dei loro popoli. Ti ho domandato se tra
la tua gente, uno prima di lui avesse tenuto un discorso simile, ed hai preteso
di no. Infatti se un discorso simile a quello che tiene fosse già stato fatto
da uno dei vostri, avrei creduto che il nostro uomo non facesse altro che
imitare un predecessore. Ti ho domandato poi se prima delle sue pretese di
profezia lo sospettaste mai di menzogna ed hai detto di no. Così ho capito che
se non era uomo incline alla menzogna con i suoi simili, non lo era per forza
nei confronti di Allah. Ti ho chiesto in seguito se tra i suoi avi ci fosse un
re, hai preteso di no. Infatti se uno dei suoi antenati avesse regnato, avrei
creduto che il nostro uomo tentasse di ripristinare il regno passato. Alla
domanda se i suoi partigiani erano tra i grandi o tra gli umili hai risposto
che erano tra gli umili. In verità sono sempre quelli che sostengono i Profeti.
Ti ho domandato se vanno crescendo o diminuendo di numero, mi hai risposto che
vanno crescendo; ed è ovvio per una fede fino a quando non ha raggiunto la sua
massima espansione. Ti ho chiesto se fra i suoi fedeli si trovasse chi se ne
fosse ravvisato o avesse rinnegato, hai preteso di no. Infatti quando una fede
conquista i cuori, è impossibile che sia avversata. Ti ho domandato se mancò
mai ai suoi impegni, mi hai risposto di no: così è sempre stato con i Profeti,
non tradiscono mai. Ti ho domandato se alcuna guerra sia avvenuta contro di
lui, ed hai risposto di sì, precisando che gli scontri sono stati di esiti
alterni, tanto per lui che per voi. Ed è questo che distingue i Profeti:
subiscono tante e dure prove, ma il successo finale è dalla loro parte. Ti ho
domandato di quello che vi ordinava di fare, ed hai preteso che vi proibiva di
adorare quel che i vostri avi adoravano, che vi prescriveva la preghiera,
l'elemosina, la purezza, la sincerità, la fedeltà agli impegni e la
restituzione dei beni affidativi."
L'imperatore
continuò: "Tutto questo corrisponde al ritratto di un profeta vero. Sapevo
che sarebbe un giorno sorto, ma non pensavo che sarebbe stato uno di voi. Se
quello che hai detto è vero, poco manca a questo uomo per conquistare fin dove
ora mi trovo. Quanto a me, se mi fosse dato di avvicinarlo, farei di tutto per
incontrarlo; e se gli fossi vicino, gli laverei ben volentieri i piedi."
Abu Sufiyen riprese
il filo del racconto e disse: "L'Imperatore ordinò poi che gli fosse
portata la lettera del Messaggero di Allah, la lesse trovandovi scritto:
"In nome di Allah Clemente e Misericordioso; da parte di Muhammad servo e
messaggero di Allah a Eraclio Imperatore dei Romani; pace su colui che segue la
retta via, ti chiamo alla fede Islamica, sottomettiti ad Allah, salvati ed
Allah ti farà doppia ricompensa. Se invece te ne distogli, oltre al tuo
porterai il peccato anche dei tuoi sudditi e "Di': "O gente della
Scrittura, addivenite ad una dichiarazione comune tra noi e voi: [e cioè] che
non adoreremo altri che Allah, senza nulla associarGli, e che non prenderemo
alcuni di noi come signori all'infuori di Allah." Se poi volgono le spalle
allora dite: "Testimoniate che noi siamo musulmani."" (Il
Corano; 3:64)
Abu Sufiyen proseguì
dicendo: "Appena Eraclio finì il suo discorso, le voci dei potenti che gli
stavano attorno si alzarono; seguì una gran confusione, e non riuscii a capire
cosa avevano detto: l'Imperatore ordinò di farci uscire. Appena fuori e
ritrovati tutti i miei compagni dissi loro: "La vicenda del figlio di Abu
Kabscia (Roma) avrà avuto molta ampiezza, se lo stesso principe di Banul Asfar
lo sta ora temendo!"
"Da allora,
avvilito ma sempre convinto che Muhammad avrebbe avuto finalmente successo,
aspettavo fin quando Allah non mi aperse il petto alla luce dell'Islam."
(Sahih di Bukhari, 2782)
Assalamu 'alaykum wa rahmatullahi wa barakatuh,
RispondiEliminasi possono avere maggiori dettagli sulla fonte della storia collegata al Profeta salla ALlahu 'alahi wa sallam (riferimenti del hadith) e del libro citato?
Jazaki Llahu khairan,
umm Hamid
http://www.sahihalbukhari.com/sps/sbk/
RispondiEliminala fonte e' un hadith di Sahih Al-Bukhari in sha Allah. quando ho trovato questo lungo racconto in un testo c'era scritto hadith numero 7, ma online ho trovato lo stesso come hadith numero 6. io non ho Sahih Al-Bukhari integrale se non in arabo chiedero' a mio marito di cercarlo inshallah. scusa non avevo visto il tuo commento prima. salam
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