Una ragazza
afgana di 14 anni che si impegna attivamente per “un futuro migliore” per i bambini di Kabul.
Le lotte
intestine vanno avanti in molte parti dell’Afghanistan tra le forze del Governo
ed i Talebani (solo Allah sa cosa stia veramente succendo), allo stesso tempo si
lotta per una migliore economia e per l’struzione. Aziza Rahimzada ha 14 anni e vive nei bassifondi, in una delle aree più povere di Kabul, ella è una
giovanissima attivista. Aziza è stata nominata
per il Premio Internazionale della Pace 2015 per il suo impegno per i diritti
dei bambini.
I bambini del video stanno imparando le lettere
dell’alfabero arabo.
Eccone di
seguito la trascrizione.
Ella dice: “Ho
deciso di inziare delle lezioni per i bambini del nostro campo, siccome io
stessa ha avuto delle difficoltà
nel passato. Non avevo alcun accesso ad una vera e propria istruzione quando
ero più giovane. Adesso gli insegno delle nozioni basilari come ad esempio l’alfabeto
e poi forse alcuni avranno accesso all’istruzione formale. Non ci sono scuole
elementari nella nostra area, si tratta di un’area molto povera e trascurata. Mi
sento davvero felice di poter insegnare ai bambini. Credo che l’istruzione è la
cosa più importante qui per i bambini. È l’unico modo in cui possono aspirare
ad un futuro migliore. Al campo è venuto il circo una volta ed io ho chiesto
agli artisti di potermi insegnare dei giochetti per poter giocare con i bambini
e poter dar vita ad un’area di gioco qui. I miei genitori mi sostengono, mentre
gli anziani del nostro campo non amano il fatto che insegni ai bambini, non vi
vedono alcun risvolto positivo. Soprattutto hanno criticato l’insegnamento dei
giochetti. Ma io gli ho parlato cercando di fargli capire che l’sistruzione è
tutto per una persona. Inoltre cerco di attenermi alle tradizioni islamiche,
gli insegno e gioco con i bamini ma sono coperta. Abbiamo tanti problemi in
questo campo, non soltanto l’istruzione. La povertà è il problema principale. Vengo
da una famiglia povera, non abbiamo elettricità, non abbiamo acqua corrente,
alcune famiglie di rifugiati non hanno neanche la carta d’identità. Ho cercato
di risolvere questi problemi negli ultimi tre anni. Ho parlato ad alcuni
ufficiali ed abbiamo risolto il problema dell’acqua. Quando sarò adulta voglio
diventare un avvocato affinché possa battermi per i diritti delle donne e dei
bambini. Voglio aiutare i bambini.”