11/11/2012

Il metodo Dannan: il modo migliore per trasmettere la lingua araba ai nostri figli

Di Abou Muadh
Non vi insegno nulla di nuvo dicendovi che l’insegnamento della lingua araba in tutto il mondo – compresi i paesi arabi – attraversa una crisi profonda dovuta a un vizio di metodologia e ad una formazione linguistica tardiva dei bambini.

La lingua araba classica è una delle rare lingue insegnate, che non è parlata in nessun posto; e ciò spiega il senso di malessere che viviamo oggi. I paesi arabi sono tutti vittime dei loro stessi dialetti, che nuocciono considerevolmente alla pratica della lingua araba classica.

In realtà, nel mondo arabo, la gran maggioranza dei maestri e degli insegnanti, dalla scuola materna all’università, fanno fatica a parlare rigorosamente in lingua araba classica, poiché non sono immersi essi stessi in quest’ultima. Tale incapacità è così trasmessa alle generazioni seguenti. Non esiste un ambiente normale che permetta di parlare esclusivamente in arabo, ci si trova semplicemente in un circolo vizioso.

Bisogna sapere, dal punto di vista linguistico, che tutto si gioca prima dei 6 anni. Secondo diversi scienziati, il bambino, dalla nascita e fino all’età di 6 anni, dispone di un potere sbalorditivo che gli permette di assimilare qualsiasi lingua, incorporando tutte le regole grammaticali, di coniugazione, e le forme da questa derivate. Tanto più che questo potere gli permette di acquisire simultaneamente diverse lingue, a condizione che esse non siano frutto di mescolanza da parte del suo interlocutore. In altri termini, ciascuna delle persone esistenti nell’ambiente del bambino deve rappresentare una lingua parlata, che, a fortiori, deve essere praticata in maniera perfetta.

Partendo da tale constatazione, il dottor Abdellah Dannan, un eminente professore di lingua araba d’origine palestinese che si è interrogato su questa problematica per molti anni, si pose, alla metà degli anni 70, la seguente domanda: Cosa aspettiamo a parlare ai nostri figli in arabo classico, se questi ultimi possiedono tali capacità?

Effettivamente, alla nascita di suo figlio “Bassel” nel 1977, egli si propose di non parlare a suo figlio se non in arabo letterario, mentre sua moglie si accontentò di parlargli in dialetto siriano. Applicarono lo stesso metodo per la loro figlia “Alae”.

I risultati furono più che edificanti: il piccolo Bassel, prima ancora di compiere i 3 anni, parlava perfettamente la lingua araba letteraria in modo naturale, senza fare il minimo sforzo e senza commettere il più insignifcante errore grammaticale, né di coniugazione. Nello stesso tempo, era capace di parlare il dialetto siriano e sapeva distinguere tra le due lingue. Suo padre, che comunicava in dialetto siriano con sua moglie, si era vietato di comunicare con lui in un’altra lingua che non fosse l’arabo classico.

Durante tutta la loro infanzia, i due bambini non frequentarono alcun corso d’arabo, di grammatica o di coniugazione, di scrittura o di lettura da parte del loro padre, il dottor Abdellah Dannan, che si accontentò soltanto di praticare la lingua.

Quando Bassel fece il suo ingresso alla scuola elementare e imparò a leggere, fece un’enorme scoperta: si rese semplicemente conto che la lingua che egli parlava era identica a quella dei libri che aveva tra le mani. Non provava alcuna difficoltà a comprendere ciò che leggeva. Da quel momento, il libro divenne il suo miglior amico. Suo padre racconta che, in un anno, Bassel aveva letto più di 300 storie, fatto rarissimo a quell’età, soprattutto quando si sia nati in una famiglia araba.

Giunti alle elementari, l’immensa maggioranza dei bambini dei paesi arabi scoprono una nuova lingua: l’arabo classico. In effetti, durante gli anni trascorsi alla scuola elementare, i bambini non sentono e non parlano che il dialetto locale, che è lontano dall’essere istruttivo, ed è la stessa lingua che ascoltano per la strada o a casa loro. L’inizio degli studi elementari è lungi dal porre ordine in questa situazione. Infatti, come indicato precedentemente, tutti gli insegnanti delle elementari, delle medie e delle superiori privilegiano il dialetto all’arabo classico, addirittura durante le lezioni dedicate all’arabo classico. Il potere che il bambino deteneva prima dell’età di 6 anni non è stato messo a frutto a tale scopo, di conseguenza quest’ultimo all’inizio incontra grandi difficoltà per comprendere questa nuova lingua.

Vi basterà, a titolo d’esempio, interrogare qualsiasi bambino che viva in un paese arabo e che stia imparando a leggere; vi confesserà di provare grandi difficoltà a comprendere, poiché la lingua che parla quotidianamente è diversa da quella del libro. È necessario constatare che lo stesso non avviene per un bambino francese o tedesco, che non fa distinzione tra ciò che legge e ciò che dice. Il dialetto dei nostri rispettivi paesi ha completamente prevalso sull’arabo classico, che soffre di un forte regresso.

Questa constatazione allarmante spiega in gran parte perché gli arabi in linea generale non leggono se non pochissimo. Per verificarlo, basta paragonare i passeggeri dei trasporti pubblici nei paesi arabi che approfittano del loro tragitto per leggere, con quelli dei paesi occidentali: la differenza è flagrante.

In seguito a questa felice esperienza, il dott. Abdellah Dannan decise di mettere in pratica il suo metodo all’interno di una scuola materna. Una rondine non fa primavera, si trovò di fronte delle maestre che, avendo un certo livello di arabo, avevano però delle difficoltà ad esprimersi in arabo classico in maniera corretta, e ciò era in contraddizione col suo obiettivo.

Secondo lui, le capacità di un’insegnante non si misurano dai diplomi ottenuti, o dalla capacità di memorizzare e spiegare l’insieme delle regole grammaticali e di coniugazione dell’arabo, ma soprattutto dalla facoltà di applicare queste regole e praticare l’arabo classico in modo fluente e continuo, senza commettere il minimo errore.

Per questo, egli elaborò tutto un programma di formazione di 50 ore in 15 giorni, che consisteva nel formare ogni persona desiderosa di praticare l’arabo classico nel modo più corretto. Il minimo richiesto è un livello di diploma di scuola media superiore di un paese arabo, poiché – beninteso – alcune nozioni devono essere acquisite da chi partecipi a questo seminario.

Fu in Kuwait che la sua prima scuola elementare vide la luce, e fu un grande successo. Il ministro dell’educazione nazionale kuwaitiano dell’epoca rese visita di persona a questa scuola, rendendosi egli stesso conto dell’impatto di questo metodo attraverso decine di bambini dai 3 ai 6 anni che praticavano perfettamente la lingua araba.

Residente oggi in Siria, il dott. Abdellah Dannan è attualmente direttore di una scuola materna a Damasco, che egli ha creato nel 1992. Ha anche formato più di 1000 insegnanti a questo scopo, in diversi paesi arabi, tra cui il Sultanato dell’Oman che, grazie al sostegno del ministero dell’educazione nazionale, ha diffuso il metodo all’insieme delle scuole pubbliche del territorio, dalla materna al liceo. La cosa più stupefacente è che tra le persone che il dott. Abdellah Dannan ha formato, si potevano trovare decine di professori universitari, la cui specialità era la lingua araba.

L’obiettivo del mio contributo in questo forum è quello di incitarvi ad organizzare delle strutture identiche nelle vostre città rispettive, almeno per i 3 anni della scuola materna, e ciò nel modo seguente:

Si tratterebbe in effetti di consacrare la mattinata all’arabo, assumendo maestre o maestri che abbiano un certo livello in arabo e che siano pronti a seguire questo seminario di formazione, allo scopo di migliorare considerevolmente la loro capacità dialettica.

Il pomeriggio sarebbe di conseguenza dedicato al francese.

Intendiamoci bene: non si tratta in alcun caso di insegnare qualcosa; è solo questione di comunicare coi bambini nelle due diverse lingue e in due momenti distinti della giornata. Le attività, le conoscenze, e la pedagogia dei programmi ministeriali devono restare le stesse.

Posso garantire che se organizzerete un tale metodo, sarete in grado di rivoluzionare l’insegnamento della lingua araba in Francia, e perfino in tutta l’Europa, poiché una scuola materna bilingue (franco-araba) non esiste ancora da nessuna parte.

In più, siamo di fronte, oggi, a una grande sfida, che è quella di preservare i nostri figli nell’Islâm. Questo obiettivo non si può concretizzare che attraverso una trasmissione corretta della lingua araba, poiché è in quest’ultima che il Corano è stato rivelato e che il Profeta (sallAllahu ‘alayhi waSallam) si è rivolto alla sua comunità. Una delle principali preoccupazioni della colonizzazione francese nel Maghreb è stata quella di creare il fossato più profondo possibile tra gli indigeni e la lingua de Corano, poiché i coloni sapevano benissimo da dove poteva nascere la resistenza.

Mi sono recato io stesso, durante l’ultima settimana del marzo scorso, a Damasco, per incontrare Abdellah Dannan, con cui ho lungamente discusso a questo riguardo. Ho potuto filmare e osservare attentamente decine di bambini che parlavano in arabo classico in maniera naturale, e ciò mi ha gradevolmente sorpreso.

Una volta rientrato in Francia, e dietro raccomandazione del professore, mi sono messo ad applicare il suo metodo coi miei due figli: Mouadh che avrà presto 4 anni e Safiya di 3. Diplomato in lingua araba all’università di Aix en Provence, ho deciso di parlare con loro rigorosamente in arabo classico, ponendo in evidenza i suffissi di ogni parola che pronuncio. Soltanto pochi giorni dopo, i miei bambini hanno cercato rapidamente di imitare ognuna delle costruzioni sintattiche che utilizzavo, e sono riusciti ad assimilare un discreto vocabolario. Sfrutto anche diversi cartoni animati e decine di storie redatte in arabo e dedicate ai bambini che ho potuto procurarmi durante il mio viaggio in Siria.

Oggi, sei mesi dopo, il risultato è davvero incredibile. I miei due figli alhamdulillah parlano perfettamente l’arabo classico, e non mi si rivolgono che in arabo. Ciò potrebbe sembrare stupefacente, ma posso garantirvi che sarete testimoni dei risultati.

In quanto a mia moglie, ella continua a parlare loro in dialetto marocchino, mentre il mio figlio maggiore impara il francese alla scuola materna.

Non esitate, se avete delle domande o anche delle critiche, sarò lieto di rispondervi inshallah.

Fraternamente,

Abou Mouadh


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