6/04/2014

Eruzione vulcanica


Per motivi scientifici e per ricordarci della Potenza di Allah ta’ala abbiamo cercato di capire quale sia la forza di un vulcano in eruzione, riproducendolo in piccola scala nel modo seguente.
Abbiamo impastato farina, sale, acqua, cacao e un pochino di olio vegetale fino ad ottenere un impasto solido ed omogeneo. 






Abbiamo ricavato una forma di volcano a cono al cui centro abbiamo inserito una bottiglietta di plastica contenente un pochino di acqua tiepida in cui era stato sciolto del colorante alimentare rosso, e alcuni cucchiani di bicarbonato di soda. 



Abbiamo decorato il nostro volcano con foglie, rametti e sabbia 




e poi, quando eravamo pronti ad assistere all’eruzione simulata, abbiamo inserito nella bottiglietta dell’aceto. Ed ecco l’eruzione arriva all’istante pronta per essere immortalata dalla macchina fotografica.



L’eruzione simulata può essere provocata più volte aggiungendo dell’aceto di volta in volta.



Una piccola eruzione simulata crea immenso sbalordimento in grandi e piccini, immaginate un vero volcano in eruzione!

Cosa si impara da questa faccenda? La Potenza di Allah Subbhanau wa ta’ala è immensa. Egli ci ama e ci ha donato tutte le gioie e le bontà in questa dunya. Se vogliamo continuare a godere di queste gioie anche nell’Akhira, dobbiamo sottometterci alla Sua volontà applicando l’Islam, essendo buoni  e devoti fedeli, osservando la preghiera e il digiuno obbligatorio, dividendo col povero, ….cosa altro possiamo fare per compiacere Allah subbhnau wa ta’ala? Come possiamo assicurarci il Paradiso?
Allah è il Più Potente.

E ancora per riflettere sulla Potenza di Allah subbhnau wa ta’ala…parliamo di….


La distruzione di Pompei

Siamo andati alla biblioteca locale come facciamo ogni mese  circa per portare a casa varii libri in prestito da consultare. C’era un libro intitolato Fuga da Pompei, un libro con delle illustrazioni davvero molto accattivanti la cui autrice sembra che abbia frequentato l’Accademia delle Belle Arti a Chelsea (Christina Balit, Escape from Pompeii, Frances Lincoln Children’s Books). Incuriositi dal fatto che si citasse il Golfo di Napoli (casa dolce casa…) e il Vesuvio che abbiamo visitato 3 anni fa circa, abbiamo portato il libro a casa.

Christina Balit, Escape from Pompeii, Frances Lincoln Children’s Books


Tanto per cambiare la storia è narrata in terza persona da un testimone dei fatti che rimane illeso. Il narratore è Tranio, un ragazzo romano che si salva apparentemente dall’eruzione vulcanica nascondendosi intelligentemente in un’imbarcazione mercantile greca (che egli non sa sta per salpare) e che osserva dunque la distruzione in diretta della propria città natale da questa nave.
Non mancano nel testo svariati dettagli storici della vita romana dell’epoca: come erano case, negozi, vasellame e le imbarcazioni dell’epoca; vi sono accenni all’utilizzo delle anfore (otri per olio e spezie che venivano sia imbarcati che scaricati dalle navi); il forum con i ‘politici’ in abbigliamento dell’epoca; il teatro e gli attori; c’è un breve accenno storico al terremoto del 62; come spendevano la giornata i ragazzi dell’epoca: le ragazze solevano imparare a tessere e cucinare, si giocava presso le fontane nei giorni caldi, tipici giochi erano acchiapparello, acchiappacani, giochi di tiro a sorte effettuati con piccole ossa.
Nel momento del terremoto iniziale Tranio è a teatro. Scappa via e si nasconde in una nave. Si addormenta e il mattino seguente al suo risveglio, la nave è già in mare aperto ed egli osserva da lontano la scena della distruzione. Il cielo è diventato grosso e pesante a causa della pomice e nero per il fumo. Tranio non riesce neppure a respirare nonostante sia molto lontano dal luogo. Sente tremare sotto di sé, il Monte Vesuvio sembra ruggire. La cima del monte esplode e una enorme nuvola di cenere argentata si erge sino ai cieli, attorcigliandosi su se stessa e creando enormi bolle in ogni direzione. In pochi secondi tutto è nel buio. Ancora Tranio riesce ad osservare fiumi di lava liquida che confluiscono in fiumi di fuoco scendendo giù dai pendii pietrosi del ‘monte gentile’; lampi e fulmini infuocati nel cielo; cenere e lapilli (pietre infuocate) sono scagliati violentemente in ogni direzione.
Il libro è arricchito da belle immagini e da dettagli storici finali molto interessanti.
Christina Balit, Escape from Pompeii, Frances Lincoln Children’s Books

Vocabolario: Lapillo è un vocabolo utlizzato ingeologia, e più precisamente in vulcanologia, viene utilizzato per indicare i piccoli frammenti solidi di lava, e più in generale di tefrite, che vengono espulsi con violenza dai vulcani durante eruzioni di tipo esplosivo. I frammenti di tefrite vengono classificati come lapilli quando hanno dimensioni comprese fra i 2 e i 64 mm di diametro. I frammenti con dimensione inferiore ai 2 mm vengono classificati come cenere vulcanica, mentre i frammenti con dimensioni superiori ai 64 mm sono chiamati bombe vulcaniche.

Ci siamo appassionati a questa storia di cui non avevamo mai parlato prima in modo dettagliato. Abbiamo inziato ad osservare le somiglianze tra la distruzione di Pompei  e la distruzione del popolo degli ‘Ad (la cui storia troverete QUI Storia del popolo degli ' Ad  ) e alla storia del Profeta Lut e la distruzione di Sodoma.  Solo Allah sa cosa realmente accadde, ma la distruzione della città di Pompei, città romana politeista, presenta svariate similitudini con la distruzione di altre città del passato. Pompei, era stata fondata dagli Osci introno al VII secolo ac non lontano dal fiume Sarno. Fu una ricca città commericiale ed ebbe un forte sviluppo urbanistico grazie alla costruzione del foro, del tempio di Giove, di Iside e un tempio in onere della dea Venere; e il giorno prima della distruzione di Pompei c’era stata una celebrazione in onere di un dio, forse Dionisio.

Solo questo basterebbe a spiegare l’ira di Allah subbhna’u wa ta’ala, ma la storia va ben oltre purtroppo….da ricerche approfondite che non vi sollecito a fare, ho scoperto che la nella città di Pompei vivevano persone immorali, scellerate i cui atti di oscenità avevano raggiunto livelli a dir poco scandalosi. Allah ta’ala dice nel Corano:

Giurano [in nome] di Allah, con solenni giuramenti, che se giungesse loro un ammonitore, agirebbero più rettamente di qualsiasi altra comunità. Poi, quando giunge loro un ammonitore, ciò non fa che accrescere la loro avversione, la loro superbia sulla terra e le loro trame malvagie. Ma la trama malvagia non fa che avvolgere i suoi artefici. Si aspettano un'altra consuetudine [diversa] da quella che fu adottata per i loro avi? Non troverai mai un cambiamento nella consuetudine di Allah, non troverai deviazione alcuna nella consuetudine di Allah.
[Sura al-Fatir, Il Creatore, 35 vv. 42-43]

Prima del disastro Pompei era una città romana piena di ricchezza e lusso, purtroppo però alla bellezza del luogo e alla ricchezza del peasaggio si univano disonestà e malvagità. Ogni individuo che si ribella alla legge di Allah, sarà soggetto all’ira divina. Pompei era il simbolo della degenerazione dell’Impero Romano. Nel casi di Pompei, la distruzione avvenne grazie al Monte Vesuvio. Esso si erge tra Napoli e Pompei. La lava e la cenere dell’enorme esplosione vucanica, che si verificò 2000 anni fa, nel 79 d.c., sterminò tutti gli abitanti del luogo. Il disastro su talmente repentino che colse le persone di sorpresa, molti morirono nel mezzo delle loro atroci azioni e furono sepolti dalla cenere: i loro atti osceni immortalati per sempre. Nel 1863 un archeologo, Giuseppe Fiorelli, notò che vi era uno spazio vuoto tra la lava ormai solidificata e le ossa dei defunti. Provò allora a colmarlo con del gesso e ne vennero fuori i corpi riprodotti dei defunti. Per questo motivo sappiamo in che posizione essi morirono.  Come se fossero stati congelati nel momento della propria morte.
La cosa raccapricciante è che nessuno riuscì a fuggire questo destino e le persone morirono come se non se ne rendessero conto (anche se non tutti come sembrerebbe dalle posizioni in cui sono stati ritrovati). Come è possibile che migliaia di persone morirono durante lo svolgimento delle proprie azioni? Perché non scapparono via?

Mandammo contro di loro un solo Grido, rimasero come erba disseccata per gli stabbi [Sura al-Qamar 54, v.31] 

Allah ta’ala enfatizza nel Corano la Propria punizione come qualcosa di incredibilmente rapido, direi ‘istantaneo’!

2 commenti:

  1. Masha a 'Llah, jazakum Llahu khairan cara umm Zakarya e figli!
    Passata l'onda degli esami scolastici, voglio provare insha'a Llah a proporre questo esperimento del vulcano..
    Su Pompei ne parlavo proprio stamane con mio marito, subhanallah. Non ci sono citazioni specifiche di questo evento, però come hai ben spiegato, è simile a molti esempi che ALlah ta'ala fornisce nelle storie dei popoli e come Lui stesso ci ricorda, sono molti gli esempi e i fatti accaduti (da Lui suscitati).
    Mi sembra che lo studio che hai proposto è ottimo!

    Complimenti anche per la nuova grafica del blog, mi piace molto. Masha'a Llah.

    A presto, un abbraccio

    Umm Hamid

    RispondiElimina
  2. Si Si, carissima!!!Pensa che anni fa, eravamo di passaggio presso Pompei, ed io, nella mia ignoranza, proposi di visitarne gli scavi! Mio marito mi fece notare che poteva essersi trattato di una punizione di Allah e mi disse che luoghi del genere sono maledetti. Infatti c'e' un noto racconto in cui si narra che il Profeta (pace e benedizione di Allah ta'ala su di lui) passo' con i compagni nei pressi di alcune rovine e consiglio' ai suoi compagni di non sostare la' e neppure di bere l'acqua dai pozzi perche' luogo maledetto. Piuttosto bisognerebbe piangere di fronte a tali eventi e chiedere perdono ad Allah il Misericordioso.
    Barakallahu fiki!!!!

    RispondiElimina