9/15/2013

La storia di Abu Talha Al-Ansari


A. (7) ha riassunto i punti salienti della storia e disegnato il Bairuha  stando alla personale immaginazione
 

Zayd ibn An-Najari anche noto col kunya di Abu Talha Al-Ansari fu un generosissimo Sahabah che visse in Medina al tempo in cui il Profeta (pace e benedizioni su di lui) visse lì. Egli era degli Ansari cioè degli abitanti di Medina convertitisi all’Islam che ospitarono gli emigranti da Meccah e fu noto per l’immensa generosità, nobiltà d’animo, destrezza, abilità militare, coraggio e rettitudine.

Egli chiese ad Ar-Rumaysa bint Milhan an-Najjariyah, altrimenti nota col kunya Um Sulaym, di sposarlo perché rimasta vedova. Ella era una donna di alte qualità morali ed intellettuali. Era sicuro che ella non avrebbe rifiutato la sua proposta di matrimonio visto che egli era molto ricco, di un alto rango sociale ed era mature, cioè della giusta età per la vedova. Inoltre era uno dei più audaci combattenti di Banu Najjar e uno dei migliori arcieri di tutta Yatrib. Quando lui le chiese la mano, ella rispose che un uomo del suo rango era fin troppo positivo da rifiutare, eppure ella lo rifiutava perché  Mushrik. Abu Talha pensò che questa fosse soltanto una scusa e che la donna avesse già  accettato la mano di qualcun altro probabilmente più ricco di lui. Egli le chiese: “Dimmi la verità, qual è il motivo per cui non vuoi sposarmi?” Ella rispose: “Pensi ci sia un’altra ragione oltre quella che ti ho appena detto?”
“Giallo e bianco: oro e argento, questo è quello che penso” disse lui. “Oro e argento!” esclamò la donna. E poi aggiunse: “Ti invito a testimoniare Abu Talha, e chiamo Allah e il Suo Profeta, pace e benedizioni su di lui, a testimoniare che se accetti l’Islam come tua religione, accetterò di sposarti e non ti chiederò né oro né argento. Il tuo Islam sarà la mia dote.”
Non appena udì queste parole, Abu Talha iniziò a pensare al proprio idolo che era fatto da un legno raro e prezioso ed era il suo totem personale, stando al costume della nobiltà della sua tribù. Umm Sulaym voleva battere il ferro finché caldo dunque continuò: “Abu Talha, sai che questa divinità che tu veneri al posto di Allah (“Il Dio”) è venuta fuori dalla terra?” “Certo” egli rispose.
“Non hai vergogna di venerare un pezzo di legno al quale tu stesso hai dato forma di dio, pur sapendo che altri hanno adoperato le altre parti dell’albero per alimentare le propri stufe o per cuocere del pane? Se diventerai un buon musulmano, Abu Talha, ti accetterò come marito, e non ti chiederò altra dote se non il tuo Islam.” “Ma come posso diventare un bravo musulmano?” egli chiese. “Te lo dirò. Devi pronunciare quella che è la verità e testimoniare che non c’è altro dio all’infuori di Allah e che Muhammad, pace e benedizioni su di lui, è il Suo Messaggero. Poi ti rechi a casa, distruggi il tuo idolo, e lo getti via.”

Abu Talha compiaciuto disse: “Testimonio che non c’è altro dio eccetto Allah e testimonio che Muhammad è messaggero di Allah.”

Poco dopo i due si sposarano e i musulmani di Medina dicevano: “Non abbiamo mai udito di una dote più virtuosa di quella di Umm Sulaym, perché ella ha richiesto in dote l’accettazione dell’Islam.”

Da quel giorno in poi Abu Talha divenne un devoto e pio musulmano, anzi pose tutte le proprie energie al servizio della propria fede. Egli amò e stimò profondamente il Profeta, pace e benedizioni su di lui.

Tra le proprie ricchezze possedeva molti giardini con alberi di palma, tra cui uno bellissimo nel quale scorreva un fiume le cui acque erano pure e presso il quale il Profeta, pace e benedizioni su di lui, soleva sostare per dissetarsi. Abu Talha lo donò in beneficenza ai poveri  e il Profeta, pace e benedizione su di lui, gli disse che ciò gli avrebbe arrecato un profitto nell’aldilà.

La storia di Abu Talha non è soltanto una stupefacente storia di amore e di generosità, ma altresì una storia di coraggio. Egli difese come meglio potè il Profeta, pace e benedizioni su di lui, in battaglia e poi morì lontano da casa. Molti sono gli ahadith riportati con i dettagli della sua storia che potrebbe essere studiata in una serie di due o tre lezioni in sha Allah.

Noi abbiamo trovato il materiale qui, nel topic Sharing, cioè ‘Condividere’.

Abu Talha infatti non esitò a donare il più ricco e prezioso dei propri giardini, noto come Bairuha ai poveri!


http://sahaba.net/charity-bairuha-garden/

Come ci sentiamo quando facciamo un dono agli altri?

Come ci sentiamo quando scorgiamo un sorriso e la gioia negli occhi della persona a cui facciamo un bel regalo inaspettato?

Come ti senti tu quando qualcuno divide quello che ha con te, invece di goderselo da solo egoisticamente?

Riflettiamo insieme su questi punti e cerchiamo di condividere qualcosa di prezioso con qualcuno a cui vogliamo bene o qualcuno che ne ha veramente bisogno.

Possiamo ricercare insieme notizie sulla generosità dei Sahaba?

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