La Sura
dell’Elefante
In nome
di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso.
1. Non
hai visto come agì il tuo Signore con quelli dell’elefante?
2. Non
fece fallire le loro astuzie?
3.
Mandò contro di loro stormi di uccelli
4.
lancianti su di loro pietre di argilla indurita.
5. Li
ridusse come pula svuotata.
Alcuni
dettagli:
Il nome della sura deriva dal suo primo verso. Si
tratta di una sura la cui rivelazione è avvenuta prima dell’hijra. È la numero
105 nell’attuale organizzazione del Corano.
Alcune
notizie storiche:
Nell’anno 570 (o 571) d.C. , lo stesso anno in cui è
nato il Profeta Muhammad (salla Allahu aleii wa sallem), Abrahah, malvagio
governatore abissino dello Yemen, giurò di distruggere la Kaa‘ba. All’epoca
infatti la Kaa’ba era una sorta di santuario idolatrico, mentre Abrahah si
professava cristiano ed avrebbe voluto ergere una grande chiesa al suo posto, il
fine era di diffondere il cristianesimo nella pensisola arabica. Il suo esercito era composto da un numero
discreto di soldati armati, ma la cosa che lo rendeva spaventoso era che a
capeggiare l’esercito vi era un elefante colossale!
L’elefante avanzava impetuoso e tronante, ma si
arrestò prima di raggiungere la Kaa’aba, numerosi furono i tentavi di domarlo,
fu persino ripetutamente percosso, ma l’elefante non si smosse. Poi arrivò la punizione di Allah Subbhnahu wa
ta’ala e fu tremenda. Allah Subbhnahu wa ta’ala inviò dal cielo un flagello
sotto forma di pietre durissime e mortali fino a ridurli come paglia o fieno
masticato.
Attività:
Rispondete al questionario
Chi è nato nell’anno dell’Elefante?
Chi è Abrahah e perché Abrahah voleva distruggere la
Kaaba?
Come è stato punito l’esercito dell’Elefante?
A cosa rassomigliava l’esercito dell’Elefante dopo la
punizione inferta da Allah Subbhnahu wa ta’ala?
Conosci altre punizioni esemplari di Allah Subbhnahu
wa ta’ala presenti nel Corano?
Come spiegheresti questo verso?
“[…] Temete
Allah e mantenete la concordia tra di voi. Obbedite ad Allah e al Suo
Messaggero, se siete credenti.” (Corano , Sura Il Bottino, 8:1)
Spiega a parole tue chi deve “temere” Allah Subbhnahu
wa ta’ala e perché?
Qual è la lezione da trarre da questa sura?
Attività
Poster
con illustrazioni
N. (8) ha deciso di organizzare il suo questionario
sottoforma di tema. Lo ha scritto su un luminoso foglio giallo. Lo abbiamo
plastificato e fa parte della nostra collezione di tafsir di cui abbiamo una
cartellina.
APPROFONDIMENTI STORICI:
La sura mostra uno dei grandi favori che Allah
l’Onnipotente ha elargito alla tribù dei Coreisciti. Li salvò, infatti, dall’Esercito
dell’Elefante che voleva distruggere la Kaa’ba e annientare ogni prova della
sua esistenza. Allah li distrusse, li sconfisse, sventò il loro piano, rese
vani i loro sforzi, rimandandoli indietro in fin di vita. Erano cristiani e la
loro religione è molto più vicina alla Vera Religione, l’Islam, che non il
paganesimo dei Coreisciti. Comunque questo fu un segno da parte di Allah della
Sua Potenza, e fu anche un Segno per preparare la gente alla venuta dell’Ultimo
dei Profeti. Infatti, stando alle testimonianze popolari, sembra che egli sia
nato in quell’anno. Allah non aiutò i Coreisciti pagani contro i cristiani, Allah
difese la Kaa’aba e preparò la strada alla venuta dell’Ultimo dei Profeti.
Perché Abrahah andò a Makkah? La storia inizia così.
Dhu Nuas, l’ultimo re di Himyar, un politeista, fu
quello che ordinò l’assassinio della Gente del Fossato. Essi erano cristiani ed
erano circa 20 mila. Nessuno di essi riuscì a fuggire eccetto un uomo chiamato
Daws Dhu Tha’laban. Scappò nell’Ash-Shaam dove cercò protezione da Cesare,
l’imperatore di Ash-Sham, che era Cristiano. Cesare scrisse a An-Najashi, il re
d’Etiopia (Abissinia). An-Najashi inviò due governanti: Aryat e Abrahah bin
As-Sabah Abu Yaksum, insieme ad un numeroso esercito. L’esercito entrò in Yemen
e iniziò a ricercare nelle case, a saccheggiare e a fare razzie nel tentativo
di trovare il re di Himyar (Dhu Nuwas). Dhu Nuwas morì molto probabilmente
annegato. Dunque gli etiopici erano liberi di governare lo Yemen, con Aryat e
Abrahah come governanti. Fatto sta che quest’ultimi due erano in continuo disaccordo
a riguardo di svariate faccende. Si attaccavano, e si facevano guerra, finché
decisero di scontrarsi in un duello finale corpo a corpo, senza esercito.
Dietro ognuno dei due vi era un canale d’acqua affinché nessuno dei due potesse
fuggire. Aryat era sul punto di vincere visto che sfigurò Abrahah in volto con
la propria spada e gli spaccò il naso e la bocca, ma ‘Atawdah, la guardia di
Abrahah, lo attaccò e lo uccise. Abrahah divenne il governante dell’esercito
abissino in Yemen.
Poi il re dell’Abissinia, An-Najashi gli scrisse,
accusandolo per quello che era successo tra lui e Aryat e minacciandolo. Dunque
Abrahah inviò un messaggero con doni e oggetti preziosi ad An-Najashi per
accattivarselo, e vi riuscì. Successivamente Abrahah scrisse ad An-Najashi
dicendogli che avrebbe voluto costruire una chiesa in Yemen, una come non se ne
erano mai viste prima. Dunque inziò a costruire una chiesa colossale in San’a’,
altissima e molto ben decorata. Gli Arabi la definivano Al-Qullays a causa
della propria maestosità ed anche perché era talmente alta che, se la si
guardava, si correva il rischio che il proprio copricapo cadesse all’indietro.
Poi Abrahah Al-Ashram decise di obbligare gli Arabi a compiere un
pellegrinaggio alla sua chiesa così come lo compivano a Makkah presso la Ka’bah.
Annunciò questo nel proprio regno in Yemen, ma le tribù arabe di ‘Adnan e
Qahtan rifiutarono. I Coreisciti si infuriarono, talmente tanto che uno di essi
viaggiò fin là e, una notte, entrò nella chiesa, compiendo atti osceni tanto da
spaventare la gente che scappò via. Il tutto
fu riportato al re Abrahah che giurò di marciare nella Casa di Makkah, la Ka’bah
e distruggerla pietra dopo pietra. Inoltre sembrerebbe che un gruppo di
Coreisciti abbia successivamente appiccato un fuoco in quella stessa chiesa in
un giorno molto ventoso e che a causa di ciò, essa andò distrutta. A quel punto
Abrahah era pronto a prendersi la propria vendetta.
Egli organizzò un esercito con un cospicuo numero di
soldati a capo dei quali c’era un enorme elefante. Questo elefante si chiamava
Mahmud e fu inviato a Abrahah da An-Najashi, il re abissino, appositamente per
questa spedizione. Si racconta che avesse altri 8 elefanti con sé, altre
testimonianze parlano di 12 addirittura di cui il più grosso e spaventoso era
Mahmud. E Allah sa meglio. L’intenzione era di utilizzare l’elefante grosso per
radere al suolo la Kaaba. Pianificavano di legargli catene al collo per buttar
giù i pilastri della Kaaba. Quando gli Arabi seppero della spedizione di
Abrahah considerarono la faccenda molto seria. Consideravano un obbligo
difendere la Kaa’ba. Dunque il pi
yemeniti e il più esperto dei comandanti, si
organizzò per affrontarlo. Il suo nome era Dhu Nafr. Chiamò la sua gente e
chiunque fra gli Arabi volesse partecipare alla campagna di difesa della Kaa’ba.
Le persone risposero ma quando combatterono Abrahah, egli li sconfisse.
Questo fu dovuto al fatto che Allah volesse dimostrare
l’importanza della Kaa’ba in un modo molto onorevole.
L’armata continuò a marciare verso la Makkah, arrivò nella
terra di Khath’am dove si confrontò con Nufayl bin Habib Al-Kath’ami. Abrahah
catturò Nufayl e lo tenne come guida verso Al-Hijaz.
Abrahah mandò un messaggero ai Coreisciti per
comunicargli che non li avrebbe combattuti se non lo avessero ostacolato nel
suo intento di distruzione della Ka’bah. Il messaggio fu inviato ad
`Abdul-Muttalib bin Hashim, il quale rispose: “Giuro su Allah! Non abbiamo
alcuna intenzione di combatterlo né siamo nella posizione di farlo. Questa è la
Sacra Casa di Allah, e la casa del Suo Khalil, Ibrahim, e se Egli desidera che
Abrahah non la distrugga, questa è la Sua Casa e il Suo posto Sacro. E se lo
lascia avvicinare, giuro su Allah, non abbiamo i mezzi adeguati per
sconfiggerlo.” Abrahah volle incontrare di persona `Abdul-Muttalib bin Hashim e
ne rimase molto impressionato visto che Abdul-Muttalib era un uomo grosso e
bello. Sedettero insieme su un tappeto. Abrahah chiese al suo traduttore di
chiedergli di cosa avesse bisogno e Abdul Muttalib gli disse che voleva
indietro i suoi 200 cammelli che gli aveva sottratto. Abrahah gli chiese come
mai preferisse parlare dei suoi cammelli invece che di una cosa così imporante
come la Ka’bah. ‘Abdul Muttalib gli rispose che lui era l’uomo dei cammelli e
che invece a riguardo della Ka’bah ci sarebbe stato Allah a difenderla. Abrahah
gli rispose che nessuno avrebbe mai
potuto arrestarlo dal distruggerla. Al popolo fu consigliato di avere cura
della propria famiglia, di abbandonare la città e di recarsi sulle montagne.
Quando arrivò il mattino, Abrahah si preparò per
marciare sulla città. Preparò l’elefante chiamato Mahmud, mobilitò il suo
esercito ed essi direzionarono l’elefante verso la Kaa’ba. In quel momento Nufayl
bin Habib gli si avvicinò, rimase accanto all’elefante e gli parlò nell’orecchio
dicendogli di inginocchiarsi e di voltarsi nella direzione dalla quale era
venuto perché era nella Sacra Città di Allah. Dopodiché Nufayl andò a mettersi
al riparo sulle montagne. L’elefante si inginocchiò e non vi fu verso di farlo
rialzare. Gli uomini di Abrahah lo percossero sulla testa con delle asce,
usarono anche arnesi appuntiti per farlo alzare ma non valse a nulla. E arrivò la
punizione di Allah, Allah inviò contro di essi uccelli dal mare, come rondini e
aironi. Ciascun uccello portava tre pietre della misura di ceci e lenticchie,
una in ogni artiglio e una nel becco. Chiunque ne fu colpito fu distrutto, ma
non tutti ne furono colpiti. Tutti iniziarono a scappare in preda al panico
chiedendo alla gente dove si trovasse Nufayl che era la loro guida e poteva
indicargli la strada per ritornare a casa. Nufayl d’altra parte era in cima
alla montagna ed osservava lo spettacolo dell’Ira di Allah. Egli si chiedeva
dove stessero scappando, visto che non si può scappare da Allah.
Alcuni furono annientati istantaneamente, mentre altri
furono distrutti poco a poco, arto dopo arto, mentre cercavano di scappare.
Abrahah fu uno di quelli che fu distrutto poco alla volta, membra dopo membra
finché morì nella terra di Khath’am. Il suo esercito lo portò via mentre se ne
cadeva pezzo dopo pezzo e non morì finché il cuore cadde dal petto.
Ed Allah Subbhnahu wa ta’ala li rese come ‘Asf, Ma’kul.
Said bin Jubayr disse: “Significa fieno, che la gente comunemente definiva
Habbur”. In un’altra narrazione da Said egli disse: “Le foglie del grano.” Egli
ha anche detto: “Al-‘Afs è la paglia, e Al-Ma’kul si riferisce al mangime
tagliato per sfamare le bestie.” Al-Hasan Al-Basri ha affermato la stessa cosa.
Allah li distrusse, li annientò senza che ssi
raggiungessero il proprio scopo. Ne fece una distruzione in massa e nessuno di
essi fece più ritorno a casa per poter raccontare quello che era successo, a meno
che non fosse gravemente ferito. Lo stesso accadde al loro re Abrahah che
raggiunse la sua terra ferito in modo mortale raccontò l’accaduto e poi morì.
(Traduzione del
Corano da corano.it e tafsir riassunto dal tafsir di Ibn Kathir da www.qtafsir.com)
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